Monopoli Ospedale San Giacomo: tredici furbetti del cartellino agli arresti domiciliari e più di trenta denunce. Tra loro anche due fasanesi. Un’inchiesta sul diffuso assenteismo all’ospedale San Giacomo di Monopoli ha portato, nella mattinata di oggi Giovedì 18 Luglio, agli arresti, da parte dei Carabinieri della cittadina marinara del sud barese, di tredici persone e, ancora, a più di una trentina di indagati, tra cui almeno due dipendenti della vicina Fasano. Si tratterebbe di un medico e di un autista di ambulanza che sono destinatari di provvedimenti cautelari che, a quanto appreso, sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura. Tra i coinvolti è da segnalare che ben diciotto sono medici e, tra loro, otto primari. Un’indagine scaturita da segnalazioni, giunte ai Carabinieri di Monopoli, di cittadini che recriminavano disservizi presso il locale nosocomio.
Le verifiche, coordinate dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Chiara Giordano, hanno così ricostruito il sistema con cui, gli indagati assenteisti, riuscivano ad eludere ore del loro normale lavoro: false registrazioni dell’entrata e dell’uscita, facendosi sostituire da conoscenti, colleghi e familiari per timbrare il proprio cartellino. E, talvolta, giustificavano il tutto con false dichiarazioni tipo la mancata registrazione, per avaria della scheda, dimenticanza, smarrimento. Ai tre autisti di ambulanza arrestati è invece contestato il reato di peculato per aver utilizzato i mezzi di servizio per fini diversi da quelli istituzionali. E, da quanto appurato dall’indagine, in quattro mesi sono state sottratte ben 660 ore di servizio.
I provvedimenti sono stati comminati a: Angelamaria Todisco, responsabile del servizio trasfusionale, Gianluigi Di Giulio primario della radiodiagnostica, Girolamo Moretti, dirigente medico del Reparto di Radiodiagnostica, Rinaldo Dibello primario della gastroenterologia, Egidio Dalena primario dell’otorinolaringoiatria, Vincenzo Lopriore primario della cardiologia, Sabino Santamato primario della ginecologia e, anche, al suo aiuto Leonardo Renna. E, poi, ai dipendenti Antonio Bosio, Anna Pellegrino, Giancarlo Sardano e l’infermiera Giuseppa Meuli. Una tredicesima persona, un medico, in questo momento è all’estero ma sembra stia rientrando in Italia.
Per quel che concerne gli obblighi di dimora sono stati adottati nei confronti di Anna Consiglia Scardigno, medico di chirurgia, Angela Pantaleo, medico di medicina, Cosimo Marasciulo, medico di ginecologia, Marilena Matarrese medico del servizio immunotrasfusionale, Francesco Paolo Di Taranto medico di otorinolaringoiatria, Giuseppe Cappelli medico della sorveglianza sanitaria, Fulvio D’Onghia medico ortopedico, Francesco Fino medico cardiologo, Domenico Limitone medico urologo, gli infermieri Rosa Bianco, Concetta De Rinaldis, Pasquale Lacasella, Carmela De Laurentis, gli operatori tecnici Erasmo Lobefaro. A Francesco Fratella, Gianfranco Brescia, Sante Palmisano è stato contestato anche il peculato.
Obblighi di dimora anche per il medico Marco Sperti dell’ortopedia del San Paolo di Bari, marito della Matarrese, l’infermiera Margherita Mezzapesa e il parcheggiatore abusivo dell’ospedale, Carlo Battaglia.
Sono tutti indagati per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, un reato commesso in violazione di quelli che dovevano invece essere doveri inerenti un pubblico servizio. Inoltre sono accusati di false attestazioni e certificazioni inerenti la propria presenza in servizio, episodi illegali commesi da dipendenti della pubblica amministrazione che si sono macchiati anche di falsità ideologica commessa da privati in atto pubblico e, infine, anche di peculato.
In merito a questa ed altre indagini nella nostra regione, è infine da registrare una dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano:
“Le Asl stanno collaborando da tempo con la Magistratura e le Forze dell’ordine per stanare i casi di assenteismo diffuso che purtroppo, alla luce delle indagini, sono ancora tanti. Abbiamo anche dato vita a un nucleo ispettivo che segnala automaticamente alla Procura e alla Corte dei Conti tutti i casi denunciati alle strutture o anche a me personalmente. Il nucleo ha svolto delle ispezioni anche sull’ospedale di Monopoli, i cui esiti sono stati trasmessi alle autorità competenti.
Oggi tredici persone sono state arrestate nell’ospedale di Monopoli. Partiranno contestualmente i procedimenti disciplinari e, dove accertate le accuse, i relativi licenziamenti nel rispetto dalla legge. Così come auspico che, se ci sono persone estranee ai fatti contestati, possano rapidamente chiarire la loro posizione. Per quanto doloroso possa essere, l’accertamento della verità e l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, a cominciare da chi è dipendente pubblico e si occupa della cura delle altre persone, è un passo necessario e fondamentale per migliorare le cose.
E tengo anche a dire che chi si comporta male danneggia anche i tantissimi lavoratori diligenti e onesti, che sono la stragrande maggioranza, che ogni giorno sono al servizio della comunità. Questi ultimi devono denunciare ai loro superiori ogni episodio di assenteismo in modo da rendere più facile la repressione del fenomeno. Denunciare chi non si presenta al lavoro o lo abbandona prima del dovuto non è un gesto di slealtà verso i colleghi, ma è l’unico sistema possibile per evitare che pochi dipendenti infedeli macchino l’immagine di decine di migliaia di lavoratori che stanno migliorando giorno per giorno la qualità della sanità pugliese al prezzo di grandissimi sacrifici, nonostante la mancanza di personale. Ricordo che è prevista dalle leggi anche la denuncia anonima che non comporta alcuna conseguenza per il denunciante“.
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